Viaggio a Londra e Parigi (pt. 1)
16 Novembre 2015
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Tre settimane fa partivo per il mio viaggio a Londra e a Parigi e oggi inizio a raccontarti tutto quello che è successo in quei sette, fantastici giorni tra le due capitali europee.
E’ stato il mio primo viaggio nella capitale inglese, mentre a Parigi ci ero già stata da marmocchia e volevo portarci anche Massimo. Abbiamo diviso la settimana di vacanza che avevamo a disposizione in cinque giorni a Londra e due a Parigi.
Prima di iniziare stavo pensando di spendere qualche parola per il 13 novembre parigino ma, sai, credo che non dirò nulla. Questa tragedia si è già trasformata in una nuova immagine profilo di Facebook e in materiale succulento per tv e telegiornali. Parlarne va già di moda, la gente si fa grossa, ipotizza, giudica, pensa di saperne più degli altri. Io non so niente, so solo che sono morte delle persone e vorrei solo silenzio.
E poi cosa potrei dire? Che pregherò per i francesi? Io non prego, e le preghiere non riportano in vita nessuno. Che penso alla Francia? Che mi dispiace? Certo che mi dispiace, cazzo, ero lì due settimane fa! Mi fa rabbia, ma non ho nessuna intenzione di lasciare ulteriore spazio al terrorismo: per me se n’è preso pure troppo.
Viaggio a Londra e Parigi: diario di viaggio
26 ottobre 2015, lunedì
Come al solito, ho avuto la brillante idea di prenotare il primo Roma – Londra del giorno: partenza alle sette e venticinque del mattino con Vueling, cioè sveglia alle quattro de mattina. Quando una è masochista…
In realtà volevo prendere il volo delle tredici, ma ho aspettato troppo tempo e i prezzi si sono alzati.
Di Vueling devo dire due cose: primo, che la app non mi è servita a una mazza perché non accettava il numero della carta d’identità per fare il check-in online; secondo, che la loro assistenza su Twitter (ho chiesto aiuto sia per il check-in online, sia perché m’ero persa una email) è stata velocissima, quindi pollice in su.
Prima di partire avevo prenotato il pullman da Londra Gatwick alla stazione Victoria della compagnia National Express e, mentre lo aspettavamo alla fermata, è sbucata una signora che ha iniziato a farmi una serie infinita di domande sui servizi dell’aeroporto. Per fortuna sono riuscita a sbirciare le domande sul suo tablet, tra un finto sorriso a ottanta denti e l’altro, perché il primo impatto con l’accento inglese non è stato proprio fantastico.
Poi siamo saliti sul pullman e ci hanno fatto allacciare le cinture prima di partire.

A Victoria abbiamo comprato le Oyster card e poi abbiamo preso la metropolitana fino all’hotel.
L’hotel si chiama The Gateway e si trova in zona Clapham Common. L’avevo scelto perché le recensioni erano positive, perché cercavamo un hotel più simile possibile alle guest house vicino a qualche fermata della metropolitana, e perché da qualche parte avevo letto che c’era la possibilità di fare una colazione inglese.
La vicinanza alla metropolitana c’era, perché la fermata Clapham South distava cento metri, ma il resto non era come pensavo.
Al nostro arrivo, la luce del bagno della nostra stanza non funzionava, ma quello può succedere, per carità.
Durante la prenotazione avevo chiesto una stanza ad un piano alto, e ci siamo ritrovati nel seminterrato. Vabbe’, forse non avevano posto.
Ho chiesto come funzionava per la colazione e la risposta è stata “puoi farla nel locale di fronte, perché noi diamo solo merendine“.
Poi siamo tornati nella nostra camera per sistemare le cose – avevano tolto la scala – e ho notato due cose brutte: la moquette a macchie e un dito di polvere sopra al lampadario. Lì il pensiero è stato mannaggia a voi e alle recensioni positive, ora vi do fuoco e poi scrivo che è stato un incidente, tanto con tutta ‘sta polvere è un attimo.
L’unica comodità dell’hotel, insomma, era la vicinanza alla metropolitana e a vari ristoranti e pub, tra cui un Burger King. Infatti abbiamo pranzato lì.
Per smaltire la botta di carboidrati siamo andati a prendere la metropolitana in direzione del Grande Ben. Ho iniziato a chiamarlo così appena ho scoperto che Ben è il tizio che l’ha costruito, e che il vero nome del Big Ben è Elizabeth Tower.
Un viaggio a Londra non è completo senza aver conosciuto il Grande Ben, dai.
Me lo sono trovata davanti uscendo dalla fermata Westminster e devo dire che il Grande Ben è davvero gigantesco, fa impressione trovarselo davanti!


Abbiamo fatto una bella passeggiata: dal Grande Ben siamo arrivati a Westminster Abbey e poi al St. James’s Park, per poi raggiungere Buckingham Palace, aka la casona della regina e famiglia. La casona è graziosa, devo dire.



Al St. James’s Park ho cominciato a strillare come una ragazzina di due anni perché ho visto gli scoiattoli. Scoiattoli grigi, grossi come il mio gatto e con la coda morbidosissima, che zompavano da tutte le parti e venivano a cercare il cibo dai turisti. Uno è anche salito sul ginocchio di Massimo, poi ha capito che in mano c’era solo una foglia e se n’è andato facendo il gesto dell’ombrello.


Poi stavamo da quelle parti e che fai, una puntatina all’Hard Rock Cafè non ce la fai? Ma certo che ce la fai, io voglio la spilla!
Abbiamo ripreso la metro fino all’hotel e ci siamo buttati nel Marks&Spencer per procurarci qualcosa da mangiare.
La nostra prima cena a Londra è stata molto romantica: una scatola di pasta fredda condita con basilico, pollo e mais al sapore di cartone, piazzati sotto al lampadario della nostra camera, sì quello con un dito di polvere sopra, guardando Tom Hiddleston ospite al programma Top Gear. Cose che non dimenticheremo mai.
I COMMENTI

Ciao, io sono Anna!
Sono una travel blogger di Roma, sul web con Profumo di Follia dal 2012. Organizzo viaggi in piena autonomia da sempre, soprattutto nel weekend e nelle capitali europee.
Ho una passione per la Finlandia che mi ha portata a studiare la lingua finlandese per un anno e mezzo e a progettare di esplorarla in lungo e largo.
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