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Racconti di viaggio: è successo davvero?

5 Dicembre 2016

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Racconti di viaggio, o meglio, sfighe di viaggio: questo è uno dei tag post più divertenti che io abbia mai letto e scritto, giuro.

#E’successodavvero è un’idea di A Tourist Abroad e si tratta di una sfida: elencherò tre episodi accaduti in viaggio, due veri e uno inventato, e tu dovrai capire quali sono accaduti realmente. Sei pronto?

Regolamento

  1. Usa nel post l’immagine del tag originale;
  2. Nomina l’ideatore del tag, A Tourist Abroad, inserendo il link al blog;
  3. Inserisci tra i tag dell’articolo #èsuccessodavvero ;
  4. Racconta le tre cose più strane che ti sono successe in viaggio: due vere e una inventata;
  5. Inserisci alla fine di ogni racconto la frase “… è successo davvero?”;
  6. Tagga almeno cinque blogger!
  7. Prima di giocare, cerca di indovinare quale delle tre cose raccontate nel post di chi ti ha invitato è falsa!

Io sono stata invitata da Silvia di The Food Traveler, che ovviamente ringrazio. Ho toppato il suo racconto falso, ma lei è stata davvero bravissima coi suoi racconti di viaggio.

Primo racconto di viaggio: getti d’acqua killer

Questa devo raccontarla per forza, visto che la dolce Orsacchiotta ha raccontato un aneddoto molto simile al mio.

Vienna, luglio 2005. Eravamo io, Massimo e i miei genitori in vacanza per cinque giorni nella capitale austriaca.

Io non ero ancora né blogger né recensore di TripAdvisor, non avevo nemmeno iniziato a viaggiare per conto mio. Non feci una piega quando mia madre, colei che aveva sempre organizzato le nostre vacanze in famiglia, mi parlò di un appartamentino proprio carino a Liesing, un quartierino viennese lontano da tutto e tutti, ma che c’aveva ben due fermate della metropolitana nel giro di un chilometro.

Arrivammo a Vienna in macchina – in DODICI ore – e ci perdemmo quattro volte di fila prima di arrivare alla casetta dell’adorabile Johanna, la signora che ci aveva affittato uno dei suoi due appartamenti in città.

Johanna somigliava un po’ alla badante di mio nonno: un armadio a due ante Ikea con la sesta di tette e la grazia di un camionista ubriaco. Però la badante è bionda, mentre lei era mora.

La casa non era niente di che, anzi, era piuttosto spartana, ma costava poco e andava bene lo stesso. Aveva due camere da letto, un soggiorno col cucinino e due bagni, uno dei quali con una vasca idromassaggio.

Arrivò la prima sera. Eravamo stanchi morti, ma Massimo doveva per forza provare l’ebbrezza del bagno con l’idromassaggio. Per forza. Non s’areggeva.

I miei erano già andati a dormire, mentre io stavo smontando la valigia con la vitalità di un bradipo narcolettico. Lui prese l’accappatoio, mi fece il saluto militare e partì per la sua nuova avventura.

E dal bagno…

“Oh amo’! Non puoi capi’ che ffffiiiiiiicooo!!”

♭♪ “Mo riempio la vasca e me ce fionno!”

“Mo accendo tutto e me idromassaggio tutt…”

SSSBRA.

Racconti di viaggio: uomo che si fa la doccia e perde il doccino

Avevo sentito proprio “SSSBRA”, e subito dopo il silenzio totale. Mi affacciai al corridoio, chiamai Massimo ma lui niente, sentivo solo il rumore dell’acqua.

Sta’ a vede’ che me s’è affogato da solo, pensai.

Nel bagno trovai Massimo che smanazzava con tutti i tasti che trovava nella vasca, completamente nel panico. Gli chiesi il motivo dello SSSBRA e lui indicò il muro di fronte alla porta del bagno, quello del corridoio: lo guardai e impallidii all’istante. Sul muro beige c’era un’enorme chiazza scura d’acqua. Qualcuno aveva indirizzato i getti d’acqua dell’idromassaggio verso l’alto, e Massimo lo aveva attivato senza aspettare che l’acqua li ricoprisse. La porta del bagno era rimasta aperta, e lo SSSBRA era l’acqua che impattava giusta giusta sul muro di fronte.

Dopo cinque giorni su quel muro c’era ancora la chiazza. S’era schiarita un po’, ma era lì. C’avevamo messo asciugamani, scottex, metri di carta igienica. Niente. Non funzionava niente.

La botta di culo? L’aver pagato il soggiorno prima di entrare. Il giorno della partenza Johanna c’aveva la fregola perché doveva andare a raccattare una sua amica che arrivava col treno, quindi s’era ripresa le chiavi e ciaone.

Non ci ha mai detto niente, non l’abbiamo più sentita.

…è successo davvero?

Secondo racconto di viaggio: l’hotel in fiamme

Monaco di Baviera, novembre 2014.

Io e Massimo eravamo appena arrivati e avevamo prenotato una camera piuttosto grande di un hotel di Unterhaching, economica ma decisamente spaziosa, visto che comprendeva un angolo bar e un salottino.

Passammo la giornata in visita ai mercatini natalizi di Marienplatz e rientrammo in camera stanchi morti. Cena al volo e alle dieci eravamo già a letto.

Un’ora dopo un allarme, situato proprio sopra al nostro letto, ci fece balzare in piedi col cuore in gola. Era l’allarme antincendio. Non ci pensai su due volte: infilai i jeans sopra al pigiama, afferrai il cappotto e trascinai Massimo nel corridoio, poi giù per le scale, infine fuori dall’hotel.

Mentre scendevamo, non so bene perché, mi venne il sospetto che fosse tutto uno scherzo; poi incrociai quattro gorilla tedeschi vestiti da vigile del fuoco che salivano su, e capii che era tutto vero.

Tutto bene, ci stava solo andando a fuoco l’albergo.

Racconti di viaggio: Ron Weasley che dice can we panic now?

… è successo davvero?

Terzo racconto di viaggio: la recensione non s’ha da fare

Ero a Napoli per lavoro, era il 2010.

Dormivo spesso in un hotel vicino all’aeroporto che mi faceva anche un piccolo sconticino sul prezzo della camera. Si presentava come hotel di lusso, ma non era granché: coperte dall’odore strano, bagni arrugginiti, moquette macchiata. Ci andavo solo perché non potevo fare diversamente.

Una sera, però, mi assegnarono una camera decisamente pessima: la tv non funzionava; la finestra era bloccata e fuori faceva freddo; c’era il solito odore sulle coperte. La goccia che fece traboccare il vaso fu la presenza di un pelo nero e riccio nel portasapone del bagno, bello in vista. CHE SCHIFO!

Mi incazzai come una biscia e mi attaccai al telefono: chiamai in reception e invitai il direttore a vedere la stanza. Lui venne, fece intervenire il tecnico per la tv e fece spallucce per il resto. Mi dispiace, domani la puliamo meglio, disse.

Come DOMANI?!

Non ci vidi più dalla rabbia. Appena il direttore se ne andò aprii il portatile, mi piazzai su TripAdvisor e scrissi la recensione più incazzata che io abbia mai pubblicato, elencando uno per uno tutti i difetti dell’hotel e sconsigliandolo a tutti.

Racconti di viaggio: Jim Carrey  scrive sulla tastiera

Passò una settimana, tornai in quell’hotel. Al mio arrivo salutai il solito receptionist e gli diedi il documento. Ad un tratto quello si girò e alle sue spalle spuntò il direttore. Mi salutò e si appoggiò al bancone con la faccia di chi deve fare la ramanzina a qualcuno.

“Ha scritto lei la recensione negativa sull’hotel?”

Sbiancai. Come minchia aveva fatto a riconoscermi?

Gli dissi che sì, l’avevo scritta io, perché era la verità. Lui mi guardò con la faccia da Jack Lo Squartatore.

“Beh, non è molto intelligente scrivere recensioni negative se poi lei deve frequentare spesso questo posto, sa? Spero che capisca e ci ripensi. Le auguro una buona serata.”

Persi dieci anni di vita. Andai in camera, contattai quelli di TripAdvisor e feci cancellare la recensione dicendo che avevo esagerato. La pubblicai quasi identica dopo un anno e mezzo, quando ormai avevo smesso di frequentare quell’hotel.

Qualche mese dopo l’hotel fallì e chiuse definitivamente i battenti.

… è successo davvero?

Racconti di viaggio: chi vuole giocare con meee?

Stavolta taggo davvero i cinque blogger, perché sono troppo curiosa di sapere le cose strane accadute a…

Quale tra i miei tre episodi sarà successo veramente? Scrivimi in un commento quale tra i miei racconti di viaggio è falso, vediamo se ci azzecchi!

Infine, non dimenticare di seguirmi anche su Facebook e Instagram per rimanere sempre aggiornato/a sui nuovi articoli e per partecipare alle mie rubriche finlandesi.

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Ciao io sono Anna

Ciao, io sono Anna!

Sono una travel blogger di Roma, sul web con Profumo di Follia dal 2012. Organizzo viaggi in piena autonomia da sempre, soprattutto nel weekend e nelle capitali europee.

Ho una passione per la Finlandia che mi ha portata a studiare la lingua finlandese per un anno e mezzo e a progettare di esplorarla in lungo e largo.

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