Escursioni sull'Etna guidate: tour lungo i Monti Sartorius
20 Settembre 2021
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Immagina di prenotare un viaggio in Sicilia sapendo già che vorrai partecipare ad una delle escursioni sull’Etna.
Immagina di partire, di atterrare, di sistemarti in albergo e di chiederti: ok, mo da che parte comincio? Come cavolo si organizza un’escursione sull’Etna? Chi chiamo? E soprattutto: come faccio a sapere se posso visitare l’Etna senza incrociare accidentalmente un fiume di lava?
Questo è stato esattamente ciò che ho pensato io. La parte della lava, soprattutto, perché sono abbastanza incline ai pensieri catastrofici. Ma ero in Sicilia orientale, puntavo a dormire e mangiare per una settimana, però era assurdo non andare almeno a fare trekking sul vulcano.
In realtà già che c’ero sono stata anche a vedere Taormina, ma questa si chiama coerenza.
Fatto sta che i modi per fare una gita sull’Etna sono diversi e in questo post ti racconterò la mia esperienza con i ragazzi di Etna Emotion, dandoti qualche dritta per salire sul vulcano più attivo d’Europa!
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Escursioni sull’Etna: informazioni e curiosità sul vulcano
L’Etna è il vulcano più alto e più attivo d’Europa, il secondo più attivo del mondo dopo il Mauna Loa delle Hawaii.
E’ interessante sapere che, a causa della sua attività, l’altezza dell’Etna può variare di decine di metri ogni volta che c’è una colata lavica. La lava può solidificarsi e ammucchiarsi intorno ai crateri, facendoli diventare più alti, o l’eruzione può distruggere parti del vulcano e di conseguenza levargli qualche metro di roccia. Perciò credo che sia corretto dire che l’Etna è attualmente alto 3357 metri (fonte di questo dato: Wikipedia).
L’attività vulcanica dell’Etna avviene principalmente nel sistema centrale, dove si trovano il Cratere Centrale che è il più antico, da cui si sono formate nel 1945 la “Grande Voragine” ad est e nel 1968 la “Bocca Nuova” ad ovest. Ci sono poi il Cratere subterminale di Nord-est (risalente al 1911) e quello di Sud-est (1971). A questi crateri se ne aggiungono numerosi altri, che nel corso degli anni sono collassati o sono stati sostituiti da altri coni e fratture eruttive. In questo momento se ne contano circa trecento.

Nell’area naturale del parco dell’Etna è possibile osservare – e visitare – numerosi frutteti e vitigni, perché il terreno che circonda il vulcano è particolarmente fertile e ricco di sostanze nutritive che conferiscono alla frutta e alla verdura di questa zona profumi e sapori unici. Da qui infatti provengono prodotti enogastronomici tipici etnei come il celebre pistacchio di Bronte, i vini dell’Etna, il miele, gli agrumi etnei o l’olio d’oliva.
Non solo: il parco dell’Etna ospita anche numerose specie di piante e alberi endemici di questo luogo, come la betulla dell’Etna (il nome della specie è betula aetnensis) o la ginestra (Genista aetnensis), che crescono soprattutto lungo i Monti Sartorius, la zona che ho visitato io.
Dal giugno 2013 il vulcano Etna fa parte dei siti patrimonio dell’umanità UNESCO.
Trekking Etna: da che parte si comincia?
Per scegliere una delle escursioni sul vulcano Etna bisogna partire da una cosa fondamentale, ovvero: quale parte del vulcano vuoi visitare e come vuoi arrivarci?
Le possibilità sono diverse, e altrettanti i tour operator locali a cui affidarsi.
Si può scegliere di visitare l’Etna fino in cima o fare trekking lungo i crateri; puoi fare una parte del tour in funivia, e l’altra parte in Jeep; si può salire a cavallo o in quad, oppure in bicicletta. Ci sono tour notturni e al tramonto, e tour che includono nel giro attrazioni naturalistiche nelle vicinanze, come le gole dell’Alcantara, o degustazioni enogastronomiche. Insomma, l’offerta è davvero ampia.
Noi ci siamo affidati ai ragazzi di Etna Emotion e abbiamo scelto di salire sull’Etna a piedi, con un percorso di trekking facile di tre ore, lungo i coni e i crateri della cosiddetta bottoniera del 2002, una delle eruzioni più devastanti dell’ultimo secolo. Ci siamo trovati bene e abbiamo scoperto un sacco di cose!
Ci tengo solo a darti un consiglio riguardo all’esperienza di trekking, che forse è più una considerazione personale che altro: da persona non allenata quale sono, continuo a pensare che i percorsi di trekking di livello facile vengano giudicati tali solo dalle capre di montagna e dagli stambecchi. Ne ho fatti già due o tre, ed ogni volta mi sento come se stessi scalando il Machu Picchu in infradito.

Vabbè, andiamo avanti.
L’eruzione del 2002, come dicevo, è stata una delle più intense degli ultimi cento anni. Ha coinvolto sia il versante Nord che quello Sud dell’Etna, provocando un terremoto che danneggiò il paese di Santa Venerina e colate laviche che ridussero in cenere gli hotel e i ristoranti di Piano Provenzana. L’eruzione provocò colonne di fumo talmente alte da essere visibili in Grecia e in Libia, e una serie di conetti eruttivi disposti in fila, la bottoniera del 2002 appunto.
L’esperienza con Etna Emotion
Il percorso che abbiamo seguito con Etna Emotion parte e termina a Piano Provenzana, sul versante Nord di Linguaglossa. Molti altri tour partono dal Rifugio Sapienza, e ci si arriva da Nicolosi sul versante Sud.
Siamo stati accompagnati al chiosco Mareneve in macchina, ad un’altezza di 1800 metri sul livello del mare, e poi abbiamo proseguito a piedi fino a circa 2150 metri attraversando boschi e colate laviche, guidati da Luca per la lingua italiana e David per la lingua inglese.
Le guide di Etna Emotion sono certificate AIGAE, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche.
Fatica della sottoscritta a parte, ne è valsa sicuramente la pena. La lava solidifica in rocce chiamate “sciare” e rende il paesaggio davvero unico, e quando arrivi in cima ai crateri ti senti l’essere più potente della Terra.
Da piccola sono stata in gita sul Vesuvio e la colata di lava solidificata l’avevo vista solo da lontano, dalla cima del vulcano guardando giù verso il mare: mi ero emozionata pensando che quella roba stava lì da decenni, e veniva direttamente dalle viscere del pianeta. Camminarci direttamente sopra, come si fa durante questo tipo di escursioni sull’Etna, mi ha provocato un misto di inquietudine e meraviglia. Soprattutto per il rumore e per la consistenza delle sciare, che hanno l’aspetto di pietre porose e irregolari, e se ne sollevi una scopri che sono pure piuttosto leggere.
Se durante il percorso ti volti verso la valle, ti pare di stare su Marte.


In cima invece ti pare di stare dentro l’uragano Katrina, perché là sopra si incontrano i venti del Tirreno e quelli dello Jonio e il risultato è che fai fatica a rimanere in piedi!
Ah, poi c’è il Cratere Centrale dell’Etna che sbuffa là vicino e ti fa cagare sotto ogni due minuti, specialmente se il fumo non è bianco. Perché una delle prime cose che ti dicono le guide è che se il fumo non è bianco, so’ cavoli.
Io manco te lo sto a di’ che ci è successo di vedere una sbuffata di fumo grigio, e che abbiamo avuto l’istinto di darcela a gambe.
Escursioni Etna e abbigliamento: cosa mi porto?
Per decidere cosa portare per fare le escursioni sull’Etna bisogna partire dalla stagione, con un abbigliamento di partenza adeguato. Pantaloni da trekking più o meno pesanti e giacca a vento sono la base, insieme a delle buone scarpe da trekking.
Non fare come me e Massimo, che abbiamo sostituito la giacca a vento con la felpa. La felpa non basta, manco in pieno agosto! Perché parti che ci sono quaranta gradi all’ombra, ma già a Piano Provenzana tira un bel venticello fresco e quando arrivi in cima finisci in quella specie di tornado che ti dicevo prima, un tornado bello freschetto.
Ho sentito racconti di gente che è stata a fare trekking sull’Etna a luglio, e in cima ci ha trovato addirittura il ghiaccio. Quindi se vai in estate portati la giacca a vento e una felpa leggera, dai retta a zia. Di inverno, inutile dirlo, portati qualcosa di abbastanza pesante.
Sappi che al limite puoi noleggiare una giacca a vento e le scarpe direttamente sul posto, in uno dei chioschi di Mareneve. Io con dieci euro ho preso in affitto tutte e due, tra l’altro da una signora gentilissima e molto simpatica.

Potranno esserti utili anche dei bastoncini da trekking, per aiutarti a salire o a scendere dall’Etna più facilmente, e degli snack con una borraccia piena d’acqua per le soste. I bastoncini li trovi da cinque euro in su al Decathlon e sono molto comodi, puoi prenderne anche uno solo.
Ti consiglio di non portare con te la reflex. Io l’ho fatto ed è stata solo un peso in più: il percorso affronta salite e discese abbastanza ripide, a volte bisogna aiutarsi con le mani, e avere una fotocamera appesa al collo non è una buona idea, anche perché rischi pure di caderci sopra. Per le fotografie è meglio il telefono, oppure una action cam.
In inverno sull’Etna c’è la neve, ed è possibile partecipare ai tour con le ciaspole.
Siti utili per organizzare escursioni sull’Etna
Ti lascio una mappa interattiva del sito UNESCO Parco dell’Etna, dove puoi trovare tutti i punti che ho menzionato in questo articolo e capirne la posizione. Se clicchi sulle voci si apre una finestra con tutte le informazioni.
Nella home dello stesso sito trovi anche informazioni sui sentieri, gli eventi e il Parco dell’Etna come sito UNESCO.
Per prenotare un’escursione sull’Etna con Etna Emotion, il sito ufficiale è www.etnaemotion.it.
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Ciao, io sono Anna!
Sono una travel blogger di Roma, sul web con Profumo di Follia dal 2012. Organizzo viaggi in piena autonomia da sempre, soprattutto nel weekend e nelle capitali europee.
Ho una passione per la Finlandia che mi ha portata a studiare la lingua finlandese per un anno e mezzo e a progettare di esplorarla in lungo e largo.
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Eliana 03/10/2021 10:39
Sono stata sull’Etna nel 2016 ma non ho fatto escursioni guidate ma in solitaria. Mi piacerebbe intraprendere un tour guidato alla scoperta dei crateri e della geologia di questo splendido vulcano. Da mineralogista sono assai appassionata!