Jumbotron

Missione Giappone 2: si riparte (e ti dico quanto spendiamo)

23 Settembre 2019

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C’abbiamo le date, c’abbiamo er volo, c’abbiamo gli alberghi – plurale – e pure un’idea di itinerario, ed è definitivo: noi si torna in Giappone a novembre.

Siccome ho già scritto tre post su come si organizza un viaggio in Giappone (→ il volo e l’assicurazione, come ho scelto hotel e guide turistiche, cosa ho messo nel bagaglio), stavolta voglio concentrarmi solo sui costi del viaggio per darti un’idea ancora più precisa di quanto possa costare una settimana nel Paese del Sol Levante, visto che cambieremo zone e compagnia aerea. Ma prima di questo, ti parlo della mia idea di viaggio e di cosa mi aspetto di fare.

Le tappe

Due anni fa ho avuto occasione di vedere solamente Tokyo e Kamakura, principalmente per una questione di tempi. Anche stavolta avremo a disposizione solo una settimana, e abbiamo deciso di vedere Osaka e Kyoto e poi tornare per una giornata a Tokyo.

Frequentando i gruppi di viaggiatori su Facebook e leggendo alcuni blog post su Kyoto sono giunta alla conclusione che molti, oserei dire troppi, vanno in Giappone per vedere le stesse cose. Un botto di articoli su Kyoto propongono di visitare diversi templi sacri tra cui alcuni che a me, onestamente, sembrano uguali tra loro. Tutti vanno alla foresta di bambù, tutti vanno a mangiare sushi dimenticando la varietà della cucina nipponica, tutti vanno a rubare scatti alle geisha di Gion senza curarsi del fatto che non siano statue o panda in estinzione, ma persone con una certa sensibilità. Nessuna deviazione, nessun itinerario diverso da quelli che sceglierebbe qualunque guida del posto. Perciò, quello che sto facendo è selezionare un paio di luoghi simbolo che mi potrebbero piacere per poi incastrarci quartieri poco battuti, bancarelle di street food – a Kyoto vanno tutti al Nishiki Market, come se non esistessero altri chioschi fuori dal mercato – e musei inconsueti. E se ci sarà gente, farò foto alla gente perché è bella pure quella. Non andrò al Fushimi Inari all’alba per far finta che non sia un posto turistico. Anzi, forse non ci andrò proprio, chi lo sa.

Un’altra cosa che voglio fare in Giappone, e credo che inizierò a farlo un po’ per tutti i viaggi a seguire, sarà concentrarmi sulla parte gastronomica. In parte lo facevo già, ma ora ho finalmente capito che il cibo tradizionale occupa una parte davvero importante dei miei viaggi e voglio dargli il giusto peso.

Quanto ho speso per organizzare il viaggio

La prima cosa che ho fatto è stata prenotare l’aereo, che è la parte più costosa del viaggio.

Prima di prenotare i voli avevo chiare due cose: volevo prendere un diretto con Alitalia e volevo partire e rientrare da due aeroporti diversi, cioè Osaka e Tokyo. Il volo diretto volevo prenderlo per evitare di perdere troppo tempo in volo e perché lo scalo a Doha, la volta scorsa, mi ha ammazzata fisicamente.

Dopo due mesi di ricerche quotidiane ho realizzato che il prezzo di Alitalia non sarebbe mai sceso sotto gli 800 euro a testa. Inoltre, il fatto che continuassero a pubblicizzare offerte sfottò“offerte sul Giappone” ed erano solo sulla classe business o sulla classe di viaggio economica più costosa, per dirne un paio – mi ha spinta a rinunciare alla comodità del diretto in favore di una compagnia aerea che non facesse solo offerte acchiappaclick. Così ho acquistato il volo con Air France alla modica cifra di 1235.56 euro (617,78 euro a testa) a cui ho successivamente aggiunto 80 euro per un bagaglio da stiva. Lo scalo c’è ma è a Parigi, che è relativamente vicina, e gli orari sono piuttosto ravvicinati. Partiremo la mattina del sabato e saremo ad Osaka più o meno alla stessa ora del giorno dopo. Ad oggi non ho ancora trovato un prezzo migliore di quello e sono molto, molto felice.

Le assicurazioni contro l’annullamento e per la copertura sanitaria le ho fatte con Allianz: per la prima ho speso circa 70 euro, per la seconda 116 euro.

Passiamo agli hotel. Quelli che ho scelto hanno in comune quattro cose: costano poco, hanno recensioni ottime, sono in una buona posizione e le foto di viaggiatori e proprietari corrispondono. Inoltre, ho sfruttato spudoratamente i codici sconto del -10% degli iscritti al mio gruppo Facebook Storie di viaggiatori liberi, risparmiando in tutto una trentina di euro. Se non sai di cosa vado ciarlando, tra sconti e foto dei viaggiatori, leggiti questo articolo → come trovare i migliori hotel e voli

Ad Osaka ho prenotato due notti presso l’Hotel WBF Kitahama alla modica cifra di 73 euro (36,5 euro a notte): l’hotel è un classico hotel di catena dalle stanze microscopiche, niente di sconvolgente, ma sembra pulito e comodo. E’ l’unico che ho già pagato perché non ha tariffe rimborsabili, ma per un prezzo così basso ho deciso di rischiare.

Hotel WBF Kitahama, Osaka. Foto di proprietà dell’hotel e del sito Booking.com

A Kyoto invece ho scelto una struttura dall’aria più tradizionale: la Guesthouse Kyoto Asashiyama. Questa pare più una vecchia locanda del posto, all’esterno sembra una di quelle casupole che compaiono nei cartoni animati giapponesi. Ai visitatori offre stanze essenziali ma complete di tutto, dei comodi futon per dormire sui tatami e bagni privati. Mi sarebbe piaciuto dormire in un ryokan completo di onsen, ma tutti quelli che ho trovato non permettono l’ingresso nelle vasche ai tatuati, o hanno prezzi troppo alti, oppure non hanno stanze con bagni privati. Questo posto non ha onsen ma mi sembra un buon compromesso, soprattutto per il prezzo: 196 euro per tre notti (65,3 euro a notte). La colazione non è inclusa e la tariffa è rimborsabile.

Guesthouse Kyoto Arashiyama. Foto di proprietà dell’hotel e di Booking.com

Infine, Tokyo. Volevamo rimanere nella zona di Asakusa, che la volta scorsa ci è piaciuta davvero tanto, e ho trovato un ottimo prezzo all’APA Hotel Asakusa Ekimae: 68 euro per una notte, tariffa rimborsabile senza colazione. E’ un hotel della catena APA, affaccia sul Sumida-gawa e ha un conbini a due metri.

Hotel APA Asakusa Ekimae. Foto di proprietà dell’hotel e del sito Booking.com

Ora rimangono solo le spese in loco, di cui ti parlerò una volta tornata a casa. Ho un’unica certezza: anche questa volta non faremo il Japan Rail Pass, nonostante ci sia un trasferimento tra Tokyo e Kyoto. A conti fatti non conviene.

Bene, ora non mi resta che contare i giorni che mancano al viaggio e raccogliere tutti i consigli che mi lascerai qui sotto, che siano sul Giappone, sugli itinerari fissi o su altre cose che ho scritto nel post. Perché ne hai di consigli, vero? Coraggio, fammi sognare!

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Ciao io sono Anna

Ciao, io sono Anna!

Sono una travel blogger di Roma, sul web con Profumo di Follia dal 2012. Organizzo viaggi in piena autonomia da sempre, soprattutto nel weekend e nelle capitali europee.

Ho una passione per la Finlandia che mi ha portata a studiare la lingua finlandese per un anno e mezzo e a progettare di esplorarla in lungo e largo.

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