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Studiare in Finlandia: la mia esperienza

17 Settembre 2018

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Qualche mese fa ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso di andare a studiare in Finlandia frequentando un breve corso a Helsinki. Purtroppo ti posso assicurare che è stata una delle settimane più dure della mia vita, non tanto per lo studio della lingua finlandese, quanto per l’ansia terrificante che mi è venuta per il fatto di andarci da sola. In questo post perciò ti voglio raccontare a grandi linee come funziona la scuola finlandese, come l’ho vissuta io e cosa bisogna fare per andare a studiare finlandese in Finlandia.

Premetto che convivo da sette anni con Massimo, e che lui non ha potuto seguirmi in Finlandia perché aveva solo una settimana di ferie estive e le abbiamo utilizzate per la vacanza a Corfù.

Studiare in Finlandia: emozioni e sfighe iniziali

Ora, prima di passare a parlarti di com’è studiare finlandese in Finlandia, mi prendo cinque minuti per dirti che lasciare Massimo in Italia è stato veramente tosto. Potrai capirmi se sei sposato o convivi, e se non sogni di scappare in Messico dopo aver lasciato la tua metà nella vasca di palline colorate dell’Ikea.

L’idea di partire da sola mi eccitava e spaventava al tempo stesso. Sapevo di voler provare un’esperienza simile, ma mi sentivo terribilmente in colpa a non portare Massimo con me. Sarà ridicolo, ma è la verità. Non è stato per niente facile salutarlo all’aeroporto e dirgli “ciao amo’, io vado a tremila chilometri da te per una settimana, ricorda di separare i bianchi dai colorati “.

In più, i parcheggi dell’aeroporto di Fiumicino non ci hanno aiutati coi tempi: quelli davanti al terminal permettono di rimanere parcheggiati solo per un quarto d’ora, e quelli della breve sosta non ho ancora capito dove stanno. L’aeroporto di Fiumicino è un labirinto, e chi ci ha guidato dentro lo sa benissimo. Questo per dire che non solo è stato difficile salutare il mio compagno, ma che ho avuto solo un quarto d’ora per farlo. Manco un caffè ci siamo potuti prendere. Fanculo!

Quando sono arrivata a Helsinki ero ancora in preda all’ansia e ho perso un’ora per capire dov’era la fermata dell’autobus per il centro. Per fortuna ho superato il disagio iniziale passando un bel pomeriggio con un’amica che vive a Helsinki (ciao Elisa) e che, visto che c’eravamo, m’ha smontato un po’ di leggende sullo stile di vita finlandese.

A fine serata ho avuto una specie di crollo di nervi. Avevo prenotato una stanza in un hotel della periferia di Helsinki, e lì mi sono resa conto di quanto sia diventata importante l’atmosfera delle camere d’albergo durante un viaggio. La mia stanza era piccolissima, pulita ma per niente accogliente e arredata col minimo indispensabile, mentre l’albergo si trovava nel nulla cosmico ed era senza personale. Non mi sono sentita per niente a casa e, se già mi sentivo sola di mio, stare lì ha reso la cosa ancora più evidente.

Sì, ma… com’è studiare finlandese in Finlandia?

Ora parliamo di com’è studiare in Finlandia, ma sul serio.

Nel mio caso si è trattato di un corso base di finlandese della durata di sette ore al giorno per cinque giorni con un’insegnante madrelingua. L’ho frequentato all’Haaga-Helia che è un’università estiva di Helsinki aperta anche agli stranieri.

studiare in Finlandia: palazzo dell'università estiva finlandese Haaga-Helia

I cinque giorni nel mio caso comprendevano Ferragosto. In Finlandia Ferragosto non si festeggia raga, anzi, si va a scuola o al lavoro perché il loro metà agosto è praticamente il nostro metà settembre. Anche il tempo è quello: vento e pioggia. Infatti la prima cosa che ho fatto a Helsinki è stata comprare una felpa e una sciarpa leggera, altrimenti sarei tornata in Italia con la polmonite e non era proprio il caso.

Studiare in Finlandia: io in ascensore col cardigan, la sciarpa e l'aria stanca
Clima finlandese ad agosto: la stai prendendo bene

La scuola finlandese prevede, in genere, lezioni da cinquanta minuti seguiti da una pausa di dieci. Il corso che ho fatto io, forse perché era intensivo e annavamo de corsa, non prevedeva la pausa ogni ora ma abbiamo sempre fatto una pausa di metà mattino, una per pranzare e una di metà pomeriggio.

La mattina potevo arrivare all’Haaga-Helia in anticipo, e di solito mi fiondavo nella piccola caffetteria dell’università per fare colazione. Prendevo un caffè americano e un dolcetto, osservando gli studenti finlandesi che facevano colazione con piatti di prosciutto e l’immancabile pane e burro con i cetrioli.

Ho comprato solo una volta una bottiglia d’acqua, perché in caffetteria vendevano solo quelle aromatizzate e a me non piacciono. L’acqua più semplice che ho trovato sapeva di limone e conteneva magnesio e vitamine. A me faceva abbastanza schifo, ma tocca stacce.

Acqua finlandese aromatizzata al limone

Una cosa che ho trovato particolare è stata il metodo di insegnamento: la nostra insegnante parlava quasi esclusivamente in finlandese, nonostante fosse un corso che non richiedeva basi di questa lingua, e più volte ci ha detto di non preoccuparci se non capivamo quello che diceva.

Se non capite e la cosa diventa frustrante, chiudete gli occhi, fate un bel respiro e andate avanti.”

Per farsi capire usava anche espressioni facciali, gesti, disegnini sulla lavagna e, se proprio eravamo de coccio, traduceva i termini in inglese e spagnolo, ma ci concedeva solo un paio parole per andare avanti con la lezione.

Al ritorno dalle pause l’insegnante amava mettere Youtube sulla lavagna luminosa e selezionare un paio di video di canzoni finlandesi: voleva che chiudessimo gli occhi e ascoltassimo quei suoni. Nel pomeriggio invece capitava che ci facesse cantare filastrocche o ci facesse fare dei giochi. In caso te lo stessi chiedendo, eravamo tutti adulti di un’età compresa fra i ventuno e i quarantotto anni, ma si è creato un bel gruppo e ci siamo divertiti come dei matti!

Se devo essere sincera fino in fondo ti dico che mi aspettavo di fare molta più conversazione di quella che abbiamo fatto, però una volta tornata a Roma mi sono ritrovata a sognare frasi in finlandese. Un mio collega dice che sognare in un’altra lingua significa aver assimilato completamente quelle frasi. Speriamo, eh!

Alla fine del corso non c’è stato nessun esame. Al suo posto abbiamo organizzato una sorta di pranzo multietnico. Non so dirti se sia consuetudine per i corsi con gli stranieri, ma l’insegnante ci ha chiesto di portare dei cibi rappresentanti del nostro Paese per pranzarci tutti insieme alla fine dell’ultimo giorno di corso.

Non che gli altri giorni pranzassimo separati, anzi, siamo sempre stati insieme. Infatti una cosa bellissima di questo corso è stata che mi ha permesso di fare amicizia con persone provenienti da tanti posti diversi del mondo. Ho conosciuto, in particolare: Walter che gira l’Europa in nave e parla un sacco di lingue tra cui l’italiano; Miyuki che è di Tokyo e spero di incontrare di nuovo quando tornerò in Giappone; Judith che è di Amsterdam e mi manda le canzoni degli HIM su Whatsapp, e Isabel che ha preparato una tortilla pazzesca ed è riuscita a farmi dire una frase di spagnolo dopo anni (l’ho studiato per un solo anno quando frequentavo le medie). Praticamente a una certa parlavo un misto di finlandese, inglese e spagnolo.

Il giorno prima del pranzo mi sono fiondata nel primo supermercato che ho trovato, ma non c’era molto di italiano a parte la pasta, che non potevo cucinare. Alla fine ho preso una cosa che m’ha fatto abbastanza ridere: l’Italian salaatti, che si traduce “insalata italiana” ma è l’insalata russa con l’aggiunta di spaghetti spezzati. Non so perché lì la vendono con questo nome. Ovviamente al pranzo ci ho tenuto a dire che se chiedono una roba del genere in Italia, noi prima li gonfiamo di botte e poi li rispediamo in Finlandia senza ricevuta di ritorno.

Confezione di Italian-salaatti mangiata all'università in Finlandia

Una cosa che invece mi ha lasciata piuttosto perplessa è stata una frase, sempre della mia insegnante, che riguarda il concetto di privacy in Finlandia. La frase è stata detta durante un esercizio in cui si parlava della propria famiglia e delle proprie esperienze, ed è la seguente:

“Usate le frasi personali per esercitarvi, e usatele anche se non corrispondono alla verità. Io stessa non vi dirò la verità sulla mia vita privata perché è una cosa che non vi riguarda, così come la vostra vita non riguarda me.”

Può sembrare una cosa antipatica detta così, e in effetti io sul momento ci sono rimasta un po’ male. Noi italiani siamo abituati a parlare della nostra vita privata senza particolari limiti, anche con degli sconosciuti; per i finlandesi, invece, il concetto della privacy comprende anche una “semplice” domanda sulla situazione sentimentale o sui figli.

Per esempio a me sembrava naturale che l’insegnante, prima o poi, ci chiedesse come mai eravamo venuti a Helsinki dall’Italia, dalla Bolivia o dal Giappone per studiare in Finlandia. La nostra insegnante ce lo ha chiesto solo alla fine del corso, durante il pranzo, e sembrava una domanda fatta solo perché avevamo raggiunto una specie di confidenza, seppur superficiale.

Alla fine ho capito che è solo il loro modo di fare, e che è estremamente rispettoso, ma fa sentire noi italiani estremamente impiccioni.

Non c’è paragone, invece, col loro senso di appartenenza all’università che frequentano. Per la prima volta ho avuto modo di vedere dal vivo le tute che indossano gli universitari: si chiamano haalari e somigliano alle tute da meccanico, ma ogni università ce l’ha di colore diverso, e hanno tasche e toppe colorate dappertutto. L’haalari dell’Haaga-Helia è verde petrolio, e spesso l’ho vista indossata solo dalla vita in giù con l’aggiunta di una t-shirt viola, anch’essa dell’università. Io l’ho trovata bellissima, ma non mi è sembrato carino fotografare gli studenti per fartela vedere. Se cerchi su Google “haalarit Haaga Helia“, comunque, la trovi.

Fun fact: gli studenti delle università in Finlandia fanno le parate in haalari durante la festa del primo maggio (Vappu). Ne parlo nel dettaglio nel post sulla ricetta dei vappumunkki, le ciambelle del primo maggio finlandese!

Andare a studiare finlandese in Finlandia: come si fa?

Iscriversi all’università estiva in Finlandia è stato di una facilità imbarazzante, e soprattutto non è costoso come pensavo.

Le università estive finlandesi, in realtà, non sono comuni università ma si tratta di atenei aperti a tutti, anche agli anziani e agli stranieri, indipendentemente dalle lauree possedute.

Il sito dell’università estiva di Helsinki è www.kesayliopistohki.fi, il link ti porta direttamente alla sezione in inglese dedicata ai corsi di lingua finlandese disponibili. Basta selezionare il tipo di corso che ti interessa, dai corsi base a quelli più avanzati, e sceglierne uno. Ci sono i giorni e gli orari, la location, il nome dell’insegnante e il costo, che è intorno ai cento euro a persona per quasi tutti i corsi. Su Course Info trovi informazioni più dettagliate.

Trattandosi di un’università estiva, la maggior parte dei corsi viene organizzata da maggio a settembre.

Una volta scelto il corso, basta cliccare su Enroll e seguire le istruzioni: ti chiederanno i tuoi dati personali e quelli per pagare, perché il corso va pagato in anticipo. L’e-mail che ti arriverà contiene il numero del corso, perciò conviene stamparla o salvarla sul cellulare e portarsela dietro per capire in quale classe andare il primo giorno.

Attenzione: se il corso ha ricevuto molte iscrizioni, c’è la possibilità che non ti venga subito assegnato un posto nella classe, ma che ti mettano in lista d’attesa.

Un altro sito che offre corsi di finlandese in Finlandia è www.finnishcourses.fi, anche questo in inglese. Qui puoi vedere i corsi nelle regioni di Helsinki, Turku e Tampere, ma non so dirti se funziona come il sito precedente. Immagino che il procedimento non sia molto differente, comunque.

Ti do un ultimo consiglio: altre città permettono di studiare in Finlandia tramite università estiva, per esempio Kuopio e Oulu. Per trovare i loro siti cerca su Google “kesäyliopisto” (“università estiva” in finlandese) seguito dalla città che ti interessa. I siti sono quasi tutti anche in inglese.

Leggi anche → Erasmus in Finlandia: come funziona

Leggi anche → i migliori corsi online per imparare la lingua finlandese

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Ciao io sono Anna

Ciao, io sono Anna!

Sono una travel blogger di Roma, sul web con Profumo di Follia dal 2012. Organizzo viaggi in piena autonomia da sempre, soprattutto nel weekend e nelle capitali europee.

Ho una passione per la Finlandia che mi ha portata a studiare la lingua finlandese per un anno e mezzo e a progettare di esplorarla in lungo e largo.

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